Sezione 899

C’è un po’ di allarme che serpeggia tra gli investitori non statunitensi riguardo alle loro allocazioni sul mercato dei capitali americano. Il Big Beautiful Bill (BBB) di Trump contiene – nelle sue mal contate 1000 pagine – la Sezione 899, approvata la scorsa settimana dalla Camera dei Rappresentanti la quale consentirebbe agli Stati Uniti di imporre tasse aggiuntive su società e investitori di paesi stranieri che il governo statunitense ritenga abbiano politiche fiscali punitive nei confronti degli USA.

Ovviamente la domanda fondamentale è: chi sono i bersagli di questo provvedimento? Si tratterebbe di investitori stranieri, ma anche di società statunitensi con proprietari stranieri e le imprese internazionali con filiali americane. Più difficile rimane capire quali siano queste “politiche fiscali punitive” che candiderebbero l’investitore all’applicazione della tassa. Sembra di capire che si tratti di criterio discrezionale che darebbe all’esecutivo a stelle e strisce un ulteriore arma di minaccia simile ai dazi. C’è comunque da scommettere che EU, Canada e UK che vogliono applicare la “web tax” ai colossi della tecnologia americani siano i bersagli perfetti di questo provvedimento.

E poi rimane da capire l’oggetto di questo provvedimento. La Sezione 899 aumenterebbe le imposte sui dividendi e sugli interessi delle azioni statunitensi e di alcune obbligazioni societarie di 5 punti percentuali ogni anno per quattro anni. Imporrebbe inoltre tasse sulle partecipazioni di portafoglio americane dei fondi sovrani, che attualmente sono esenti.

Non è specificato se gli interessi sui Treasury – attualmente esenti da tasse per gli investitori stranieri – siano oggetto della tassa o meno (generando ulteriore incertezza). Mentre i dazi potrebbero avere degli effetti negativi di breve periodo per chi li subisce e potrebbero – anche sensatamente – far parte di una greedy strategy di impronta puramente negoziale a favore degli Stati Uniti, una imposta sui titoli di stato avrebbe effetti negativi immediati. Basti solo osservare i grafici che seguono:

Si tratta del debito pubblico americano che va rifinanziato e del suo costo. Banalmente gli investitori andrebbero incentivati non “tartassati”. Senza considerare che in generale il mercato dei capitali e quindi gli investimenti stranieri negli USA ne verrebbe compromesso andando ad annullare i benefici cui eventualmente i dazi dovrebbero portare: spostare parte della produzione negli Stati Uniti. Questa sembra veramente una idiosincrasia. A noi non interessa fare gli esegeti dei pensieri, delle tattiche e delle strategie (se esistono) dell’amministrazione americana, ma questa famigerata Sezione 899 – a meno che non sia l’ennesimo bluff – avrà un impatto immediato sui portafogli e costituisce quindi una tematica da tenere sotto stretta osservazione.

Disclaimer

Il presente post esprime l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non si tratta di consigli o raccomandazioni di investimento, di consulenza personalizzata e non deve essere considerato come invito a svolgere transazioni su strumenti finanziari.