Visa teme da parecchio tempo la competizione con le stablecoin tanto che aveva, già prima del Genius Act, cominciato ad esplorare una collaborazione con Solana. Lo stesso vale per altri operatori di pagamenti elettronici come Revolut e Paypal. Per la verità questi operatori sono preoccupati dalla velocità delle transazioni che alcune blockchain riescono a raggiungere: si spiega così l’interesse di Visa per Solana.
È notizia di questi giorni che anche SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) entrerà nel panorama delle blockchain per i pagamenti internazionali con un progetto pilota che coinvolge importanti istituti finanziari come Bank of America e Citi Group. S.W.I.F.T. SC, è una cooperativa fondata nel 1973 in Belgio (in francese: Société Coopérative) e di proprietà delle banche e delle altre società affiliate che utilizzano i suoi servizi. SWIFT fornisce la principale rete di messaggistica attraverso la quale vengono avviati i pagamenti internazionali. Vende inoltre software e servizi alle istituzioni finanziarie, principalmente per l’utilizzo sulla propria rete proprietaria “SWIFTNet”, e assegna i codici identificativi aziendali ISO 9362 (BIC), comunemente noti come “codici SWIFT”.
Nel 2018, circa la metà di tutti i pagamenti transfrontalieri di alto valore a livello mondiale utilizzava la rete SWIFT e nel 2015 SWIFT collegava più di 11’000 istituzioni finanziarie in oltre 200 paesi e territori, che scambiavano in media oltre 32 milioni di messaggi al giorno (rispetto a una media di 2,4 milioni di messaggi giornalieri nel 1995). Si parla di messaggistica perché i trasferimenti internazionali avvengono sulla base di un protocollo elaborato da SWIFT simile al protocollo FIX (ideato da Salomon Brothers) per le transazioni di attivi finanziari ed in generale a tutti i protocolli utilizzati in Internet per lo scambio di informazioni come http per le pagine web, ftp per i file, smtp per le email e via elencando. Tutti protocolli che funzionano in base allo scambio di messaggi atti a stabilire connessioni ed identificazioni sicure e a dare istruzioni per modificare registri privati e centralizzati. La messaggistica esiste anche nelle blockchain, e serve ad immettere e diffondere operazioni (transazioni) in rete che verranno accettate (dalla maggior parte dei nodi) solo se si raggiunge un (certo tipo di) consenso: parliamo, in buona sostanza, di algoritmi e strutture dati completamente diversi; diversità che impedisce un dialogo tra le due tecnologie. Un sistema di transazione tradizionale non può essere “migrato” sulle blockchain: va costruito un nuovo sistema che funziona su blockchain e che va gestito in parallelo al vecchio senza che i due sistemi possano comunicare. A questo punto si può decidere di abbandonare quello vecchio per quello nuovo.
Il mondo bancario si sta muovendo soprattutto nel settore delle stabelcoin dove il volano viene dato dal Genius Act, il quale ha stimolato anche uno sviluppo a livello europeo: un consorzio di banche tra cui UniCredit, ING e Danske Bank, hanno dichiarato che lanceranno congiuntamente una stablecoin denominata in euro entro la seconda metà del 2026, nel tentativo di competere con il mercato delle stablecoin denominate principalmente in dollari e di esplorare l’utilizzo del token per le loro transazioni.
SWIFT collaborerà con Consensys, azienda specializzata in tecnologia blockchain, per creare un prototipo del registro, che verrà poi testato con le banche per decidere quali transazioni – in quali valute e tra quali paesi – offrire per prime. Consensys è guidata da Joseph Lubin, uno dei primi pionieri nel settore delle criptovalute e co-fondatore di Ethereum. Quindi l’obbiettivo è quello di creare una permissioned blockchain dove solo operatori autorizzati potranno operare. Immaginiamo quindi che il nuovo registro digitale sarà utilizzato dagli stessi operatori che attualmente usano il protocollo di SWIFT e che potranno beneficiare di maggiore velocità, di costi più bassi e totalmente trasparenti e di una copertura 24/7. In un rapporto di McKinsey si evidenzia come i sistemi tradizionali possono impiegare fino a cinque giorni per completare una transazione, prevedono diversi intermediari e – in genere – effettuavano controlli antiriciclaggio e altri controlli normativi sui clienti in modo manuale o solo semi-automatico. Tutto questo si può eliminare con l’utilizzo di una blockchain perché per costruzione non ha intermediari per effettuare transazioni in quanto l’intermediazione viene garantita da smart contract, come tutti i servizi su internet non chiude mai e con il giusto algoritmo di consensus può raggiunger prestazioni elevate. Una blockchain ad accesso controllato (diverso dal Bitcoin per capirci) può contare su protocolli più efficienti rispetto alla PoW ed è anche – potenzialmente – in grado di gestire meglio i controlli anti-riciclaggio. Il vero problema secondo noi sta proprio qui: attualmente questi controlli sono manuali o semi-automatici. Come si farà a garantire una automazione totale e quindi più veloce ed allo stesso tempo garantire la sicurezza? Immaginiamo che ci saranno degli oracoli che dovranno interagire con la nuova struttura e quindi dei “punti di fallimento” che possono essere attaccati e che non necessariamente garantiscono la certezza del dato. Questa è una bella sfida, a nostro avviso difficile da vincere, ma che testimonia una chiara direzione in cui sta andando il mondo delle transazioni finanziarie.
Disclaimer
Il presente post esprime l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non si tratta di consigli o raccomandazioni di investimento, di consulenza personalizzata e non deve essere considerato come invito a svolgere transazioni su strumenti finanziari.