Abbiamo trattato il tema del rame nel nostro approfondimento del 24 marzo 2025. Ora che il metallo rosso ha toccato nuove ed inesplorate vette di prezzo desideriamo dare un aggiornamento sulla situazione.
Ovviamente confermiamo quanto abbiamo scritto precedentemente ed anzi invitiamo ad andarne a leggere o rileggere i contenuti. In breve: abbiamo posto l’accento sul fatto che il rame era cresciuto vertiginosamente a causa dei dazi annunciati del 25% (in linea con quelli applicati ad acciaio ed alluminio). L’effetto annuncio aveva scatenato una corsa ad importare quanto più rame possibile negli USA per beneficiare della “base duty paid”, ovvero dell’esenzione dal dazio una volta stoccato il rame nei magazzini del COMEX.
Non sorprende l’esplosione di prezzo del metallo rosso dopo che martedì 8 luglio, il presidente americano ha annunciato dazi al 50% (il doppio di quelli attesi) facendo impennare le quotazioni al CME di circa il 17% in poche ore. Il meccanismo è sempre lo stesso: un annuncio di tariffe pesanti tali da inficiare significativamente il commercio della merce colpita, ma con una applicazione non immediata, ma posticipata oculatamente – crediamo – per favorire una qualche negoziazione. Questo posticipo è alla base dell’accumulazione di riserve di rame negli Stati Uniti e spiega bene il differenziale che si allarga sempre di più tra il prezzo del rame a New York e a Londra. Aggiorniamo il grafico che avevamo precedentemente proposto sullo spread tra le due piazze, limitato all’ultimo anno e mezzo.

I picchi di marzo, ampiezza massima dello spread mai vista nei decenni precedenti, si è riproposto un differenziale simile a giugno e quasi un raddoppio l’8 luglio (l’infra-giornaliero ha in realtà segnato proprio un raddoppio).
Nell’approfondimento di marzo avevamo consigliato prudenza nello scommettere sulla riduzione dello spread. Oggi ci sentiamo assolutamente di sconsigliare decisamente un arbitraggio di questo tipo. Nonostante l’imminente applicazione dei dazi porterebbe alla chiusura della finestra di opportunità offerta dall’importazione massiccia del metallo rosso in USA in regime di esenzione, non crediamo che questa sia una buona motivazione per scommettere sulla chiusura dello spread. In questi giorni di negoziazione si potrebbe sempre arrivare a percentuali più contenute dei dazi lasciando tuttavia aperta la strada ad inasprimenti annunciati dall’amministrazione americana proprio sul livello della tariffa che condurrebbe a nuovi allargamenti dello spread. Senza contare che in questo clima di incertezza causato volutamente dal presidente americano un ulteriore rinvio dell’applicazione di un dazio sul rame non sarebbe da escludere: dopotutto si tratta di un materiale fondamentale per molte industrie nel mondo, ma in particolare nel paese a stelle e strisce.
Invitiamo invece a non perdere di vista la contrazione dell’offerta del rame che potrebbe essere il volano per ulteriori aumenti di prezzo del metallo rosso da qui a fine anno.
Il presente post esprime l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non si tratta di consigli o raccomandazioni di investimento, di consulenza personalizzata e non deve essere considerato come invito a svolgere transazioni su strumenti finanziari.
Disclaimer
Il presente post esprime l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non si tratta di consigli o raccomandazioni di investimento, di consulenza personalizzata e non deve essere considerato come invito a svolgere transazioni su strumenti finanziari.