EV: i dazi apriranno o chiuderanno nuovi spazi?

Nel panorama della mobilità elettrica globale, si sta delineando uno scenario di forte contrapposizione tra Tesla e BYD, due player che incarnano approcci diversi allo sviluppo tecnologico e alla penetrazione nei mercati internazionali. A fare da sfondo, il tema dei dazi doganali, che rischiano di diventare sia leva di protezione sia ostacolo alla competitività.

Tesla in difficoltà, BYD in ascesa

Elon Musk ha recentemente ridotto la sua esposizione mediatica su criptovalute come Dogecoin per concentrarsi nuovamente su Tesla. L’azienda, però, si trova in una fase critica. I dati degli ultimi trimestri mostrano una flessione nelle vendite, in particolare in Europa, dove si stima un calo del 70% durante i mesi iniziali dell’amministrazione Trump, complice anche una politica commerciale aggressiva e disincentivante per i consumatori europei.

In questo contesto, emerge con forza BYD (Build Your Dreams), multinazionale cinese, tra i principali produttori mondiali di veicoli elettrici e ibridi plug-in, con una forte integrazione verticale che le consente di controllare l’intera filiera: dalla produzione di celle per batterie fino all’assemblaggio finale dei veicoli.

Chi è BYD?

BYD opera su scala globale ed è leader di mercato in Cina – il più grande mercato di auto elettriche al mondo – ma sta rapidamente espandendo la sua presenza in Europa, America Latina, Medio Oriente e Sud-Est asiatico. Grazie alla combinazione di costi competitiviavanzata tecnologia e una filiera autonoma, BYD ha superato Tesla in termini di volumi globali di EV venduti nel 2023.

Innovazione cinese vs dipendenza occidentale

Uno dei maggiori vantaggi competitivi di BYD è il controllo diretto sulla produzione di batterie. La recente introduzione delle batterie Blade rappresenta una svolta tecnologica per sicurezza, durata e velocità di ricarica. Si parla di autonomie fino a 800 km e tempi di ricarica ridotti a pochi minuti utilizzando infrastrutture di nuova generazione. A questo si aggiunge lo sviluppo di soluzioni innovative come la sostituzione automatizzata delle batterie, già testata in alcune metropoli cinesi.

Tesla, pur vantando ancora un forte brand e un’offerta competitiva in ambito software e guida autonoma, dipende fortemente dalla componentistica cinese, in particolare per le batterie e i semiconduttori. Questo limita la sua autonomia strategica e la rende vulnerabile a interruzioni nella supply chain o a dinamiche geopolitiche sfavorevoli.

Il nodo dei dazi e la transizione energetica

Il supporto iniziale di Elon Musk alla politica dei dazi negli Stati Uniti, pensato come freno all’espansione cinese, ha avuto un effetto boomerang. Le barriere commerciali hanno contribuito a frenare l’export di Tesla e a rafforzare il posizionamento locale di BYD, che ora si propone come alternativa credibile non solo in patria, ma anche in Europa.

L’Europa e gli Stati Uniti affrontano inoltre sfide infrastrutturali significative. La rete di ricarica insufficiente e l’alto costo delle batterie rallentano la diffusione dei veicoli elettrici. Sebbene molti Paesi stiano investendo in energie rinnovabili e impianti di produzione di energia pulita, questi richiedono tempi lunghi di implementazione e non sono ancora sufficienti per soddisfare la domanda potenziale generata da una mobilità completamente elettrica.

Conclusioni: chi guiderà il futuro dell’elettrico?

La crescente affermazione di BYD e di altri produttori asiatici segna un punto di svolta nella transizione globale verso i Battery Electric Vehicles (BEV). Le economie occidentali si trovano in una posizione di ritardo sia tecnologico che strategico, dovendo affrontare una doppia dipendenza: dalle infrastrutture e dalla produzione cinese.

Il ritorno di Musk al timone operativo di Tesla non sembra sufficiente, da solo, a invertire una tendenza che appare strutturale. L’innovazione cinese, la competitività dei prezzi e la rapidità di esecuzione rendono sempre più complesso per i marchi occidentali mantenere la leadership in un mercato che, in pochi anni, ha già cambiato volto.

Disclaimer
Il presente articolo riflette l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non costituisce una consulenza finanziaria o un invito ad effettuare operazioni su strumenti finanziari.