Bitcoin e Blockchain: Valore, Dinamiche e Prospettive per gli Investitori

Un evento che domina le cronache – anche non necessariamente finanziarie – in questi giorni, è la crescita esponenziale del Bitcoin. Siamo passati da circa $68k pre-elezioni americane a $98k a ieri con un incremento del 44% in due settimane (oggi abbiamo sfiorato i $100’000). Facciamo notare che in concomitanza del 4° dimezzamento della remunerazione per ogni blocco validato (halving) che è passato da 6.25 BTC fino al 19 aprile 2024 (data in cui è stato minato il blocco numero 840’000 cioè 210’000 blocchi del 3° halving del 11 maggio 2020, perché questo è l’orologio “logico” e non cronologico che porta al dimezzamento) a 3.125 BTC, il prezzo del Bitcoin era di circa $64k, ovvero appena il 6% inferiore.

La narrativa dominante è che ci sia stato un effetto Trump/Musk che, a causa del loro sostegno alle criptovalute, hanno fomentato una corsa all’acquisto: ma all’acquisto di cosa? Sicuramente del Bitcoin e di qualche alt-coin come XRP o Solana, ma non così pronunciata come il BTC. Infatti tra le poche criptovalute investibili per la validità della tecnologia sottostante alla blockchain di cui sono native, poche – oltre al Bitcoin – hanno decisamente “rotto” i massimi assoluti per testare zone di prezzo inesplorate.

La domanda è: perché? Quante volte nell’ambito di discussioni con amici o clienti ci siamo sentiti dire che il Bitcoin (e quindi anche le altre criptovalute) non ha un valore e quindi non può paragonarsi alla stima di un suo valore fondamentale (come nel caso azionario per esempio) e che il suo andamento risulta inspiegabile. Oppure – posizione decisamente più dignitosa – quante volte abbiamo udito la frase: “non capisco questa roba e quindi non ci investo”. Per rispondere alla seconda obbiezione dobbiamo prenderci del tempo ed armarci di tanta buona volontà per mettere in piedi una “adeguata” istruzione in materia. È sacrosanto che una tecnologia così complessa non possa essere compresa con letture di semplici blog o articoli di giornale e tantomeno le sue implicazioni economiche e finanziarie. Ma alla domanda sul valore possiamo già dare una risposta che ci pare sensata. Il Bitcoin – così come le altre criptovalute e ogni altro digital asset generato e scambiato su una blockchain – non ha un valore fondamentale. Come molti prodotti “tecnologici” il suo valore dipende dal cosiddetto “network effect”. Pensiamo ad un social (come facebook o X): il suo valore dipende dal numero degli utenti che lo usano; intuitivo crediamo! Ma vale anche per le borse: che senso (e valore) avrebbe una infrastruttura predisposta a scambiare delle securities che ha pochi utenti o non ne ha affatto? Pochi utenti scambiarsi asset con contatti interpersonali. È l’utilizzo da parte di comunità sempre più numerose che da valore ad alcune realtà tra le quali possiamo decisamente annoverare le blockchain.

Quindi non dobbiamo chiederci qual è il prezzo adeguato del Bitcoin o quale sia un target. Sono tutte domande mal poste. Piuttosto dobbiamo chiederci quali sono i “driver” che portano all’utilizzo più intensivo della blockchain che ci interessa come investitore e ad incrementare la numerosità della comunità dei suoi utilizzatori: tra questi driver possiamo menzionare il numero dei wallet che a sua volta dipende – in parte – dal numero degli ETF lanciati su singoli sottostanti. E perché no dal clima di fiducia che diffondono certi policy maker sullo strumento e le sue prospettive. In questo senso anche l’elezione di Trump è di supporto.

 

Disclaimer: Il presente articolo esprime l’opinione personale dei collaboratori di Custodia Wealth Management che lo hanno redatto. Non si tratta di consigli o raccomandazioni di investimento, di consulenza personalizzata e non deve essere consideratocome invito a svolgere transazioni su strumenti finanziari.